martedì 30 maggio 2017

Incinta e depressa? cosa fare?

Il rapporto di una madre con il suo bambino non ancora nato è paradossale. Due corpi in uno, uno dentro l’altro. Un rapporto simbiotico con la madre come la forza vitale per il bambino.
Volenti o nolenti, la madre è in una unione con un altro essere, che si nutre letteralmente su di lei. Si tratta di un momento di cambiamento, spirituale e fisico.
Il corpo della madre non sarà mai più lo stesso di prima. Né la sua mente. Il “filo d’argento” che la lega al suo bambino non sarà mai reciso.
Questo è un momento in cui realtà e fantasia giocano insieme. Mentre il corpo della donna cambia per accogliere la nuova vita, si immagina il bambino che si porta in sé. Quando nasce, il figlio reale deve cedere il posto al bambino di fantasia.
Cambiamenti reali e simbolici
Le circostanze del concepimento, naturalmente, svolgono un ruolo importante nel modo in cui la donna gode della sua gravidanza. Può essere una sorpresa, o essere la realizzazione di un sogno d’infanzia. Si può sentire come un’invasione del suo essere, o come un dono meraviglioso che riempie un vuoto doloroso.

giovedì 25 maggio 2017

Mamme Sottosopra è arrivato anche in Amazon



Finalmente il libro Testimonianza sulla Depressione in Gravidanza e nel Post Partum sarà presente Amazon :

Una descrizione più estesa è disponibile in:


Buona lettura a tutte!
Raffaella e tutto il team di Progetto Ilizia

Mamme sottosopra: la gravidanza non è un pranzo di gala

Parlare di depressione durante e dopo la gestazione è ancora un tabù, invece c’è bisogno di affrontare il tema in modo consapevole: il primo nemico è l’isolamento.




Settimo mese. Luglio. Caldo. Afa. La pancia che diventa sempre più ingombrante e io che vorrei strapparmi via non solo i vestiti, ma pure questo alieno che sta piano piano occupando tutto il corpo. Attacchi di panico. Corse in ospedale. Vi prego, ricoveratemi”. Non c’è nulla di più lontano dalla drammatica richiesta di Anna che […] (estratto da Mamme Sottosopra - Testimonianze di Vittoria nella Depressione in Gravidanza e nel Post Partum)

di Elisabetta Ambrosi

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Elisabetta Ambrosi

Giornalista

Giornalista professionista e scrittrice, vivo a Roma. Nata con un dna liberale, cresciuta in un paese catto-comunista, allevata tra ostie consacrate, balli neocatecumenali e canti scout. A venti studiavo Kant sopra la cyclette e iniziavo un’analisi freudiana, a trenta scrivevo un libro contro gli psicoanalisti e mi ricordavo di avere un corpo. Il mio motto? Prendere sempre le cose sul serio, senza mai prendersi sul serio.
Oggi scrivo soprattutto per “Il Fatto” (su cui curo, con Lia Celi, lo spazio “Le Fattucchiere” sul Fatto del lunedì), ma anche per Vanity Fair.it, dove ho il blog Sexand(the)Stress e per D.Repubblica.it. Mi occupo di cultura, editoria, tv, lavoro e temi sociali, bioetica, questioni di genere, infanzia e qualche volta politica.
I miei libri: Non è un paese per giovani.L’anomalia italiana: una generazione senza voce (con A. Rosina, Marsilio editore), Inconscio Ladro. Malefatte degli psicoanalisti (La Lepre editore), Chi ha paura di Nichi Vendola? Le parole di un leader che appassiona e divide l’Italia (Marsilio editore), Mamma a modo mio. Guida pratica ed emotiva per neomamme fuori dal coro (Urra-Feltrinelli editore), Sos.Tata. Nuovi consigli, regole e ricette per crescere ed educare bambini consapevoli e felici (Feltrinelli editore), Guerriere. La resistenza delle nuove mamme italiane (Chiare Lettere editore).
Per conoscermi meglio:
www.elisabettaambrosi.com
Per scrivermi:
elisabetta.ambrosi@gmail.com
@bethambrosi

martedì 16 maggio 2017

Che cosa fare quando l'attesa non è abbastanza dolce

Esiste anche una depressione pre-parto, da affrontare senza pregiudizi: ridurre lo stress materno fa bene al nascituro


MILANO - Che esista la depressione post partum è noto, ma che depressione, ansia e stress possano colpire, e duramente, in gravidanza, in quella che definiamo "dolce attesa", è più inaspettato. E come queste patologie ricadono sul bambino già nato, così ricadono sul bambino che ancora deve nascere. «Dobbiamo riflettere su questi temi non per fare del terrorismo, né, tanto meno, per incolpare le donne, bensì per capire che questi disturbi non vanno sottovalutati, all’insegna del "tanto passerà", ma curati. E curarli è possibile anche in gravidanza — chiarisce Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano —. Le donne che nel periodo prenatale hanno un assetto psicologico alterato hanno più probabilità di aumentare, anziché di diminuire, le "dosi" di fumo, di nutrirsi male e, di conseguenza, di aumentare troppo, o troppo poco, di peso. Inoltre, stress e ansia durante l’attesa sono associati a un rischio dalle due, alle tre volte maggiore di sviluppare disturbi dell'umore nel periodo postnatale».

martedì 9 maggio 2017

I Bambini e le Paure : quanto e come i genitori le influenzano

La paura del buio è un fenomeno molto frequente nei bambini di età compresa tra i due e cinque anni. È infatti a partire da questa età, che i bambini sviluppano la consapevolezza del pericolo, che diventa così elemento della loro immaginazione.
La notte, caratterizzata dal buio e dal silenzio, diventa il momento più adatto per mettere in moto fantasie sui mostri ed esseri misteriosi. È molto facile quindi che la notte venga popolata da personaggi fantastici e pericolosi, che spesso sono l’elaborazione di una paura provata realmente, di un’ esperienza che può aver impressionato. La paura del buio e dei mostri è tipica di tutti i bambini. Nel buio infatti tutto può accadere, a loro insaputa, perché non sono in grado di vedere e distinguere bene le cose; nei mostri e nel buio, i bimbi catalizzano e concentrano tutte le loro paure: soprattutto quelle di essere aggrediti e di non essere all’altezza di difendersi, di essere abbandonati dai loro genitori nel momento del bisogno.