venerdì 7 ottobre 2016

Testimonianza di Anna, della sua rinascita dalla Depressione in Gravidanza

E oggi l'estratto di una nuova testimonianza una mamma uscita coraggiosamente dal Tunnel della Depressione in Gravidanza che troverete nel libro di prossima pubblicazione... che come il sole esce ancor più brillante dalle nuvole dopo la tempesta!

********************Testimonianza di Mara********************



Ciao, sono Mara, mamma di Mattia che ormai ha 3 anni.


La mia gravidanza e la mia maternità non sono stati facili ….ma partiamo dall’inizio.

Era maggio, sì maggio e me lo sentivo che c’era qualche cosa di strano in me. Avevo solo un giorno di ritardo ma già ero terrorizzata. Erano stati già giorni difficili in quanto dopo più di 10 anni di fidanzamento a distanza con il mio compagno, quest'ultimo mi annunciò che si sarebbe trasferito nella mia città e questo mi mandò nel panico.. Ero pronta ad una possibile convivenza con lui? Lo amavo veramente? Non ero più sicura di niente…


Ma torniamo a noi … decisi di comprare il famoso test di gravidanza . Andai a casa e chiusa in bagno feci lo feci …due secondi e tac.. positivo.
Chiamai subito mia zia che era a casa mia e le feci vedere il risultato, e piangendo le dissi: “ io non lo voglio”...

Passai nove mesi di inferno, con nausee nervose, pianti, disperazione e la voglia di morire…non ragionavo più. 


Non mi rendevo per niente conto che nel mio corpo stava crescendo una vita .
Andavo alle visite di controllo e non riuscivo a preoccuparmi per la salute del piccolino, però mi emozionavo davanti alle ecografie e ricordo ancora adesso l’emozione di quando mi dissero che ero in attesa di un bel maschietto.

Arrivò il giorno del ricovero in ospedale per liquido amniotico scarso. Mi fecero tre induzioni ma niente..il mio corpo non rispondeva e Mattia non voleva nascere .


D’accordo con la ginecologa decidemmo per il parto cesareo.

Passai la notte prima dell’intervento insonne e piangendo pensavo che stava arrivando la fine perché sicuramente dopo la nascita di Mattia l’avrei fatta finita. Non potevo continuare a fingere che tutto andava bene, che ero uguale alle altre mamme che amano il proprio figlio.. Io continuavo a rifiutare questa vita.


A fine agosto, tornata dalle vacanze, il mio psichiatra decise di ricoverarmi in una clinica privata in cui lavorava nel reparto di riabilitazione psichiatrica.
In questo contesto vi rimasi un mese e una settimana; periodo nel quale i medici individuarono la cura adatta a me .
Ricordo però che ogni volta che venivano a trovarmi i miei genitori con Mattia al loro rientro a casa avevo sempre forti attacchi di panico perché nella mia testa c’era sempre quella voce che mi diceva che Mattia non significava nulla per me....


Ho capito però che non tutte provano questo amore incondizionato per i propri bimbi e quindi me ne sto facendo una ragione per vivere più serenamente .

Mi fa sorridere in quanto bambino, non in quanto figlio ma sono certa che prima o poi anche questo passerà.

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