COME PENSIAMO DI ORGANIZZARE
IL GRUPPO DI AUTO-MUTUO AIUTO PER LE MAMME IN DEPRESSIONE
Come un insieme di donne in
depressione in gravidanza che uniscono i propri sforzi per migliorare la loro
vita. Questa pratica mette in primo piano il cittadino come protagonista attivo
nel miglioramento della propria quotidianità. I gruppi di auto-aiuto sono
caratterizzati dal fatto che il sapere in queste situazioni si diffonde in modo
orizzontale perché tutti sono allo stesso livello e ogni individuo riceve e dà
sostegno allo stesso tempo. Questo doppio ruolo fa si che le informazioni
circolino più velocemente e in maniera più efficace.
PERCHE’ ORGANIZZARE UN GRUPPO
DI AUTO-MUTUO AIUTO PER LE MAMME IN DEPRESSIONE in GRAVIDANZA e nel POST PARTUM
Per essere utili alle mamme, che si sentono delle aliene
e sono spesso stigmatizzate e incomprese dai medici curanti e dai loro stessi
familiari, nei seguenti modi:
·
fornendo un supporto emotivo
·
fornendo un supporto informativo
·
dando eventualmente un aiuto materiale
La parità dei membri rende tutti
ugualmente responsabili dei risultati raggiunti e dei servizi forniti. Il clima
è spontaneo ed informale e il fatto di dare aiuto, oltre che riceverlo, aiuta a
liberarsi dal senso di impotenza e di sfiducia in se stessi che spesso provano
i pazienti. Aiutare gli altri accresce la propria autostima, aumenta il livello
di competenza interpersonale. La persona percepisce che riesce ad ottenere un
equilibrio tra il dare e l’avere, e riproponendole ad altri, consolida quelle
strategie di cambiamento che ha acquisito a sua volta.
NOME DEL GRUPPO: MAMME SOTTOSOPRA
IL FACILITATORE INIZIALE: Raffaella Bisson,
cofondatrice di Progetto Ilizia
SEDE: presso Progetto Itaca Padova, via Ugo Foscolo 9A, Padova (PD)
I PARTECIPANTI
Il gruppo sarà a numero aperto. Per un buon funzionamento
degli incontri il numero delle persone è meglio che non sia inferiore a 8 o 10.
Se si arriva a venti è meglio formare più gruppi per favorire il dialogo.
Il gruppo prevedrà la presenza
del facilitatore. Il facilitatore è una persona più esperta delle altre
nel tema affrontato. Il ruolo di questa figura è quello di aiutare la
comunicazione dei partecipanti. Un buon facilitatore non è invasivo. Il che
vuol dire che deve cercare di far aprire i timidi lasciando loro i tempi
giusti, senza forzarli troppo. Deve saper contenere gli individui troppo
esuberanti con garbo per non togliere spazio agli altri. Nell'esercizio delle sue funzioni questo tipo
di figura deve soltanto fare in modo che la comunicazione tra i partecipanti
sia efficace e il passaggio delle informazioni sia valido. Prima di chiudere le
riunioni è molto utile fare un riepilogo di quello che è stato detto per
chiarire i concetti e vedere se tutti hanno afferrato il sunto del discorso.
Si può decidere che a
rotazione ogni persona per un tot di incontri, due o tre per esempio, può
fungere da facilitatore. Il facilitatore deve essere una persona tranquilla e
parlare con un tono di voce forte e chiaro.
SCHEMA
FUNZIONALE:
PRIMO
INCONTRO
E’ opportuno disporre le sedie in cerchio per potersi
guardare tutti in viso per sottolineare l’uguaglianza dei partecipanti.
Cominciare all’ora fissata, senza ritardi è senza dubbio difficile però è molto
utile per abituare tutti a rispettare delle regole condivise. Si inizia
presentandosi col nome di battesimo, usando il "tu" e spiegando
perché si partecipa a questo incontro. Ciò aiuterà a creare tra i presenti un
legame di appartenenza.
Ogni gruppo si dà in genere delle regole proprie a seconda delle
esigenze dei membri e in generale il facilitatore chiarisce:
•
Che tutto ciò che verrà detto nel gruppo, nel gruppo rimarrà.
•
Che chi non se la sente ancora di parlare, non è obbligato a farlo, non subirà
alcuna pressione in tal senso, né verrà giudicato negativamente per questo
motivo. Semplicemente "regalerà" le sue confidenze in un altro
momento. Tutti hanno i propri tempi e le proprie necessità.
•
Che nessuno verrà criticato per quello che fa o non fa, presente o assente che
sia.
•
Che ogni comportamento dannoso (tipo un cellulare che squilla continuamente) al
lavoro dei partecipanti va evitato.
NB: E' importantissimo che quello che succede durante gli
incontri venga riportato su un quaderno che diventerà il diario di bordo del
gruppo. A turno un partecipante deve farsi carico di questo compito un po'
ingrato ma veramente utilissimo. Quanto scritto va riguardato e commentato alla
fine dell’incontro e servirà per trarre spunti per l'ordine del giorno della
prossima volta.
INCONTRI
SUCCESSIVI
Gli incontri possono essere settimanali o quindicinali, ma
è consigliabile non lasciare passare più di due settimane tra un incontro e
l’altro. Le riunioni non devono superare le due ore.
Da subito emergeranno bisogni, paure, problemi, ma anche
proposte. I primi tre vanno affrontati con calma e senza drammi, le seconde
analizzate ed eventualmente accettate. Si possono promuovere attività "ad
hoc" come gruppi di incontro medici – pazienti, incontri con legali per
conoscere i propri diritti e farli valere. Il tutto sempre in un clima
informale.
Il
primo incontro è dedicato alle presentazioni di tutti i membri. Ognuno deve
avere uno spazio e un tempo per parlare. Si può usare un timer per essere
sicuri di non sforare coi tempi.
Al secondo incontro si cominciano sviscerare le
tematiche emerse dal primo incontro diversamente il facilitatore potrà parlare
delle tematiche di seguito proposte.
Proposte di tematiche da sviluppare nei
Gruppi di Auto Aiuto per le Mamme
·
La maternità cosa cambia sul piano psicologico
o
Diventare mamma è un lungo processo che inizia
prima del parto e anche prima del concepimento
o
Cosa accade nella mente della mamma?
o
Quali sono le fasi della gravidanza
o
Il parto
·
La maternità tra miti e realtà: quando c’è una
sofferenza
o
Come si capisce se una mamma sta male?
o
L’ansia in gravidanza
o
La depressione in gravidanza – sintomi e
caratteristiche e fattori di rischio
o
Maternity blues
o
La depressione nel post partum
o
Sintomi e caratteristiche della DPP
o
Come affrontarla (quali gli specialisti cui
rivolgersi)
·
La relazione madre bimbino: il mondo del bambino
o
La Gravidanza: “Ti sento e mi senti”
o
La nascita: il primo grande cambiamento
o
L’attaccamento : “la musica del legame”
o
La tenerezza della cura : ”dalla pelle al cuore”
o
La fame: “ Dal caos al rispecchiamento”
o
Il primo sorriso: “sei tu la mia mamma”
o
La paura dell’estraneo e del distacco : “cucù dov’è il mio bambino”
o
Separazione-riavvicinamento-individuazione: “ A
modo tuo, andrai a modo tuo, camminerai e cedrai, ti alzerai sempre a modo tuo.”
·
La relazione madre bimbo: la storia del primo
amore
o
“Non è possibile fare di meglio, ma solo così o
peggio” (D.W.Winnicott)
o
L’innamoramento e l’identificazione
o
Sarò come mia madre?? Modelli di attaccamento
o
Tenerezza ed aggressività